ecco...
sono tornata...
dovevo postare ieri e invece ho postato oggi XDXD
dai che è finita...
-------------------------------------
La sveglia suonò... quel suono ripetitivo, monotono, quasi angosciante... “quanto tempo è passato...” sussurrò David tra se e se, appoggiato al solito muretto accanto alla solita finestra mentre lo stereo ripeteva a ruota la loro canzone nelle sue orecchie... non poteva ascoltarla, si sentiva morire dentro, non poteva staccarla, si sarebbe sentito un vuoto... quei sui piccoli occhi verdi, limpidi erano stampati nella sua testa come una fotografia... lo guardavano innocenti... chiuse gli occhi sperando che in questo modo anche l’immagine di lei sparisse dalla sua mente...
Ma tutto divenne più nitido... ogni giorno, ogni singolo attimo erano fissati nei suoi occhi... quei leggeri sussurri, quei dolci baci e le carezze... sembrava tutto fantastico, tutto perfetto... ma era solo un sogno... una stupida illusione... trovare qualcuno che ti ami davvero... come? È impossibile.
Fissava la finestra rotta... in preda alla rabbia, all’angoscia, al rimorso, aveva sferrato un pugno contro di essa sfondando il vetro... il sangue aveva bagnato tutto il tappeto sopra il quale era seduto... e ancora la mano sanguinava... ma non faceva male... ansi, era quasi piacevole... ormai non sentiva nessun tipo di dolore eccetto quello che gli era inferto da ogni pensiero di lei... quei momenti, quei sussurri, gli sfioravano il viso con leggerezza ma contemporaneamente con crudeltà, tale da ferirlo... ferirlo dentro e fuori... non si sentiva più capace di andare avanti... troppo stanco... troppo deluso... non sentiva più nemmeno la forza per vivere... ma nemmeno la forza per suicidarsi... guardava freddo il cielo limpido davanti a se... non c’era una nuvola... e faceva caldo... la sveglia continuava a suonare imperterrita... tutto era calmo e tranquillo... il vento soffiava leggero tra gli alberi del giardino...
Tutto era calmo...
Le note di quella melodia risuonavano nella stanza, attraverso le cuffie attaccate allo stereo... la sveglia continuava a suonare... un unico suono che si ripeteva nel tempo senza mai fermarsi, con gli stessi secondi di pausa tra un suono e l’altro... ma lui non lo sentiva... non ci faceva caso... erano giorni che ormai si estraniava da tutto e da tutti... molte volte Timo aveva provato a farlo uscire... in vano cercavano di aiutarlo... tutto era inutile...
Improvvisamente il suono della sveglia si arrestò... la melodia si bloccò... come se qualcuno avesse fermato il tempo... si girò infastidito... Timo era davanti a lui, il cappello gli copriva gli occhi, ma non le lacrime che gli percorrevano veloci il viso... “ti aspettano...” disse con voce tremante, soffocata dalle lacrime... David spalancò gli occhi per quanto poteva... “chi” sussurrò... Timo non rispose ed uscì in fretta dalla camera... David lo seguì... in cucina c’era Elisa, seduta in una sedia lo guardava soddisfatta... insieme a degli agenti della polizia “è lei il signor Bonk?” chiesero con tono autoritario e sicuro “si...” “venga con noi... è stato accusato di pedofilia” lo strattonarono per un braccio e lo spinsero sul tavolo mettendogli le manette ai polsi... non ebbe il coraggio di guardare Timo negli occhi... non ebbe il coraggio di rivolgergli la parola... se lo sarebbe aspettato da Elisa... da chiunque ma non da lui... lui che era il suo migliore amico... ora si che avrebbe potuto suicidarsi... Timo fissava il pavimento... mentre che gli agenti portavano via David, ma non disse niente... quando varcarono la porta Elisa si alzò... “hai fatto quello che era giusto... Timo” disse mettendogli una mano sulla spalla... “vattene per favore...” sibilò Timo... lei acconsentì e se ne andò senza fiatare... “cosa ho fatto?” si domandò... non poteva credere a quello che era successo... troppa rabbia lo accecò... non aveva visto incontro a che cosa stava andando...
----------------------
Seduta nella sedia davanti allo schermo del pc, a battere i tastini della tastiera velocemente... così passava i pomeriggi da quasi una settimana... a giorni sarebbe iniziata la scuola... non era sicura di farcela... ansi ne era sicura... non c’è l’avrebbe fatta... tutti quei pensieri la schiacciavano... nemmeno Alessandra riusciva a capirla... ma era comprensibile... come poteva pensare di restare ancora con lui?? Era troppo grande... era troppo per lei... i suoi genitori avevano scoperto tutto grazie ad Elisa... ora le avevano tolto tutto... ogni cosa per cui poteva continuare a vivere... fortunatamente Elisa non sapeva che avessero fatto l’amore... ma i suoi genitori sospettavano già qualcosa... non sapeva più cosa fare... si mise le mani tra i capelli stringendo gli occhi mentre le lacrime scendevano velocemente... non poteva credere di aver mentito veramente ad una persona così importante... non riusciva a credere di poter essere una persona così schifosa... si sentiva male... ogni singolo pensiero che riguardasse anche solo lontanamente lui, la faceva stare peggio... come al solito, quando credeva di aver trovato qualcuno che la amasse veramente, gli veniva strappato via in un modo o nell’altro... ricordava ancorale dolci note di quella melodia... non riusciva a dimenticarla... anche se la faceva stare peggio...
Il tempo passava lentamente... sembrava quasi fermo... nel silenzio di quella stanza riusciva a sentire il ticchettio delle lancette... rimbombava nella stanza... mentre le lacrime scendevano silenziose nel suo viso ormai stravolto dal dolore...
Improvvisamente la porta si aprì... ma lei non si girò... “ale, sbrigati che dobbiamo andare” sua madre era convinta che un atto come quello fosse legato ad un forte bisogno di affetto, di attenzione... non poteva pensare neanche lontanamente che lei fosse stata veramente innamorata di David...
Quel giorno l’avrebbe portata da uno psicologo... convinta che l’avrebbe aiutata... ma come si fa a spiegare l’amore ad un medico??? È come se la scienza improvvisamente sapesse spiegare un sentimento...
Arrivarono davanti alla porta dello studio... una porta argentea e graffiata in alcuni punti... in cima un cartellino bianco con scritto ‘Psicologo’... si sentiva come se stava entrando in una camera ad isolamento... la porta si aprì e lo psicologo le fece entrare facendole sedere davanti ad una piccola cattedra sopra la quale era riposto un quadernino... il medico si sedette e sorrise ad entrambi... Alessia abbassò lo sguardo... sua madre iniziò a spiegare la questione con un tono alquanto alterato, mentre il medico ogni tanto spostava lo sguardo su Alessia e sorrideva... dopo che sua madre ebbe finito il medico prese a fissarla “benissimo... ora dovrei chiederle di uscire... vorrei ascoltare la versione della ragazza” disse con tono sereno... la madre si alzò infastidita e uscì... Alessia rimase sola nella stanza con il medico che la guardava apprensiva... “allora... puoi dirmi tutto quello che vuoi... non lo dirò a tua madre... tranquilla” Alessia si fissò le scarpe... come poteva spiegarlo ad una persona che a malapena conosceva?? Come poteva spiegare tutto quello che aveva provato con David?? Si sentiva ansiosa, intimorita... non sapeva da dove cominciare... era successo tutto così velocemente, che ancora ora faceva fatica a capire che fosse veramente finita... era finita... e subito in quell’attimo tutta l’angoscia che aveva la avvolse completamente... le lacrime scoppiarono per l’ennesima volta sul suo viso... il medico continuava a guardarla apprensivo... ma non capiva... non poteva capire... nessuno capiva...
---------------------------------------
THE END!!!
W la vita XDXD è che volevo farla tragica se è questo che vi chiedevate
