| 4. Il Matrix all’aperto
Ore 13:21, Bess non si era ancora alzato dal letto ma non aveva ancora chiuso occhio. Aveva passato l’intera nottata a fissare la rosa di Franky. Essa se ne stava lì sul comodino della ragazza a ricordarle di quegli occhi così chiari e sinceri, di quelle labbra delicate sulla sua pelle. Franky non si era permesso di approfittare della situazione e non aveva cercato di baciarla dopo averle sfiorato la fronte. Per Bess però era stato un momento fondamentale. Il suo cuore si era finalmente a lei rivelato nei suoi più sinceri sentimenti. Sentì le palpebre sempre più pesanti fino a doverle chiuderle. Timo stava seduto sulla tazza chiusa del water, con la fronte appoggiata alla parete. Neppure lui aveva dormito quella notte. Si era messo a camminare per la periferia di Berlino inseguito da David. “Timo, cosa è successo?!” continuava a chiedergli l’amico cercando di fermarlo, “Mi fa schifo! Non voglio più saperne!” rispondeva lui con le lacrime agli occhi. Ma per Bess non si sarebbe mai messo a piangere, e riuscì a dominare quell’istinto tanto infantile quanto sincero. “Cosa Timo?! –cercò di capire il Bonk – Miseria, smettila di camminare!” gli urlò infine, dandogli uno strattone così forte da farlo cadere a terra. “Scusami Timo..” sospirò abbattuto il ragazzo. Gli porse la mano. Timo fu li per prenderla, quando quella dannata scena gli tornò agli occhi e la voglia di piangere si ripresentò con insistenza tale che il ragazzo gemette. David si sedette vicino all’amico. “Sono un’idiota.” sentenziò Timo, David annuì con la testa, voleva che il ragazzo continuasse lo sfogo. Ci furono minuti di lungo silenzio, ma David sapeva aspettare Timo, sempre. “Franky ha baciato Bess sulla fronte” disse tutto d’un fiato, “Meglio che sulla bocca..” commentò schietto David, Timo si voltò lentamente verso l’amico. “Avevo già intuito che eri geloso” continuò David senza badare alle reazioni del compare, “Ah, l’avevi capito?!” gli fece il verso l’altro, “Anche i muri se ne sono accorti Sonnenschein!” disse il ragazzo dando una leggera botta sulla spalla di Timo. “Ma io..” cercò di difendersi il ragazzo, “Hai forse scoperto un po’ tardi che vuoi molto bene a Bess..? – gli domandò David in tono retorico, con le labbra un poco all’infuori e uno sguardo davvero ebete – Così tanto bene che non vuoi condividerla con nessuno?” continuò a spada tratta il ragazzo. Timo aprì la bocca dallo stupore, sbatté le mani sulle ginocchia e si voltò verso Lauden “Ma cosa ti sto a dire le cose se già le sai?!” protestò. Heidi stava percorrendo di gran fretta le scale che la dividevano dall’appartamento di Bess; l’appuntamento era per le cinque e lei si stava palesando con un’ora di ritardo, causa Christian Linke. Eh sì. Dopo il Blue Moon i due avevano passato la notte a casa della ragazza e..avevano fatto decisamente troppo tardi! “Bess però non può protestare, lei è sempre in ritardo!” pensò Heidi per rincuorarsi, ma la curiosità di sapere cosa avesse fatto l’amica con Franky dopo l’esibizione la stava divorando e prese a fare gli scalini quattro alla volta. Driin. Il campanello suonò. Bess aprì la porta: “Bess, dimmi tutto!” disse Heidi con il fiatone e dirigendosi a passo sicuro verso la camera dell’amica. “Mi stai dicendo che non le hai chiesto di mettersi con te?!” domandò assolutamente esterrefatto Jan a Franky, il ragazzo arrossì. Juri portò con finta non curanza lo sguardo verso il cugino e l’amico, l’argomento gli premeva particolarmente. “Io..ecco..ehm..” mormorò vago Franky, non si sentiva per niente a suo agio. Era vero. Non era riuscito a dichiararsi a Bess per la sua sfacciata timidezza e all’ultimo non aveva avuto nemmeno il coraggio di baciarla come si doveva. Era stato un fiasco totale e non aveva assolutamente voglia di parlarne agli amici. “Dai Frank!”, Jan si fece insistente, “Ho preferito rimandare!” ammise esausto il povero ragazzo; Juri tirò, tra se, un sospiro di sollievo. Ore 22:45, Bess percorreva frenetica il corridoio dell’entrata di casa, stava aspettando uno squillo di Jan per scendere e andare con lui al Matrix allestito all’aperto su Alexanderplatz e passare un’altra serata con Franky. Quella doveva essere la Serata. Il cuore le batteva a mille. Si controllava in continuazione trucco, scarpe e vestito, temeva che qualcosa andasse fuori posto. “Andrà tutto benissimo!” le aveva ripetuto tante volte Heidi, anche se, credeva Bess, l’amica non sembrava felice per lei: a sapere di quel semplice bacio sulla fronte, Heidi aveva preso un profondo respiro. Il telefono squillò. La ragazza si fece coraggio e raggiunse il cugino. David, Timo, Christian e Heidi si trovavano sulla spiaggia del lago di Nikolassee per una festa di amici di amici di amici. Lungo la costa si diramavano diversi falò, dove giravano alcool, sigarette, fumo un po’ più pesante e musica. Heidi si era lanciata nei balli di gruppo proposti dallo stereo di un improvvisato deejay, Christian la osservava ridendo mentre sorseggiava una birra; Timo e David chiacchieravano con altri loro conoscenti. La serata stava procedendo piacevolmente tra chiacchiere, risate e birra, i pensieri sembravano lontani dai ragazzi e le ore scorrevano. Timo e David stavano parlando ad un loro vecchio amico degli avvenimenti recenti, università, conservatorio e altre cose quando, nel mezzo del discorso, qualcuno iniziò a chiamare il nome Bess. Timo trasalì, si guardò attorno con ansia, come era possibile ci fosse Bess? Ma il ragazzo che aveva invocato quel nome Timo non lo conosceva e, soprattutto, non conosceva la ragazza che si era nel frattempo avvicinata a chi la stava cercando. I due si baciarono. Timo si morse il labbro inferiore. Era una scena a lui troppo familiare e particolarmente odiosa. Cosa stava facendo ancora li? Perché aveva lasciato tutti quei kilometri di vantaggio a quel bastardo di Franky? Senza dir niente si affrettò ad uscire dalla spiaggia per raggiungere la metro notturna del sabato sera. “Ehi! Ma dove sta andando?” domandò sbalordita Heidi indicando l’amico fuggente, David si voltò nella sua direzione, “Da Bess!” e prese a rincorrerlo, Christian e Heidi lo seguirono. La musica era alta e martellante, le vibrazioni dei grandi amplificatori rimbombavano nello stomaco di Bess che era già tesa per conto suo. Per tutta la serata aveva ballato vicino a Juri e alla sua fidanzata Ada, Franky non le era troppo distante e Jan ogni tre per due mandava sguardi ammiccanti all’amico. Si era fatto particolarmente tardi e ancora nulla di quello che sarebbe dovuto accadere si era ancora verificato. Un’ondata di caldo e afa investì Bess, la quale accusò un piccolo mancamento; Franky corse a sorreggerla, “Andiamo a fare due passi” le disse. Quando David e gli altri raggiunsero la metropolitana, una navetta era appena partita, “Dannazione! Timo deve essere la dentro!” sbottò David guardando il mezzo andarsene. Avevano da aspettare sei minuti per la corsa successiva. “Sei minuti sono troppi..” osservò spazientito il ragazzo, “Spero solo non faccia idiozie..” disse Christian con fare sconfortato; “Lui deve riprendersi Bess – intervenne decisa Heidi – dovrebbe spaccare la faccia a quel Ziegler!” affermò, “Se non lo fermiamo prima, gliela spaccherà di sicuro!” concluse David con uno sguardo d’intesa rivolto all’amica. “Va un po’ meglio?” domandò premuroso Franky a Bess; la ragazza aveva ancora un po’ di fiatone ma l’acqua della fontana l’aveva aiutata a riprendersi, “Sì, ti ringrazio Franky..devo essere ancora stanca da ieri..” disse, convinta di aver appiccicato frasi senza senso. Il ragazzo le sorrise. “Torniamo dagli altri?” domandò lei alzandosi in piedi dal bordo della fontana, Franky non si aspettava tale reazione, era un po’ perplesso, “Aehm..” mugugnò alzandosi in piedi a sua volta. I loro volti erano vicinissimi. A Bess mancò il fiato. “Bess..” cominciò a dire Franky, portando delicatamente una mano sulla guancia della ragazza; Timo giunse al centro di Alexanderplatz in quell’istante. Gli occhi diventarono subito lucidi, non per le lacrime per la rabbia esplosagli in petto tutta d’un colpo, odiava profondamente quel Franky che, dal nulla, stava per portargli via Bess, e odiava se stesso, perché c’era voluto un perfetto sconosciuto per capire di essere innamorato della sua socia. Senza neanche riflettere si gettò sui due ragazzi: “Non toccarla!” urlò allontanando Bess da Franky e spingendo quest’ultimo lontano, “Timo!” esclamò allibita la ragazza per la violenza con la quale l’amico si era palesato. “Che cazzo vuoi, tu!?”chiese in tutta risposta Franky, effettivamente era l’altro dalla parte del torto; entrambi erano pronti a far botte. Si avvicinarono e si chiusero nei pugni. Bess osservò con orrore e cercò di mettersi in mezzo “Smettetela!” supplicò. Franky si mosse ma Timo fu più veloce e gli piazzò un bel destro in piena mandibola, il ragazzo tentennò. Timo, furioso, era già tornato all’attacco, “No!” urlò Bess chiudendo gli occhi. Tutto tacque. La ragazza si tolse le mani dal volto: David e Christian erano avvinghiati a Timo per impedirgli di muoversi e il ragazzo stava imprecando contro tutti e si contorceva per liberarsi dalla presa degli amici. Bess a vedere Timo, suo amico e suo socio, così rabbioso rimase paralizzata. Franky si era nel frattempo rialzato e pulito il labbro inferiore dal sangue, Timo lo fissò negli occhi pieno di odio, “Pensi di essere davvero capace di poter stare con una come Bess?!” ringhiò, tutti i ragazzi rimasero stupiti. “Pensi di aver la pazienza necessaria per aspettare i suoi colossali ritardi e per andarla a recuperare quando prende la fermata sbagliata e si ritrova dall’altra parte della città?! Credi di avere abbastanza occhi per controllare tutto ciò che fa e impedire che inciampi da ferma, che rompa qualche bicchiere nei bar o faccia cadere il suo gelato sul vestito di qualche signora?! Sarai in grado di sopportare la sua sbadataggine e la sua poca memoria?! ..pensi di poter amare Bess??!!” urlò ancora più forte. Era uscito completamente di senno, i suoi occhi caldi erano pronti a lacrimare e la gola bruciava. Gli occhi grigi di Bess erano completamente prigionieri della figura di Timo, era allibita. Il suo cuore spezzato. Una lacrima le solcò le gote arrossate. “Heidi – mormorò – portami a casa..” disse pregando l’amica, non poteva sopportare oltre. Heidi le si avvicinò e accolse tra le sue braccia il pianto sommesso dell’amica. “Adesso ce ne andiamo” le sussurrò dolcemente. Timo, ancora immobilizzato nella presa di David e Christian, guardò la ragazza che aveva finalmente capito di amare andarsene in un mare di lacrime a causa sua.
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