| Ragazze, mi sa che per All The Time dovrete aspettare.....a lungo! XD
Comunque...questa ff è stata creata in collaborazione con *rullo di tamburi* MENTE MALEFICA NUMERO UNO! La nostra cara LU'!! che ha portato tantissima pazienza con me XDXD
E ora....vai col primo chap!
Lena finì di stendere l’ombretto bianco sulla palpebra sinistra. Frugò nel beauty e ne estrasse il mascara. Iniziò a stenderlo lentamente sulle ciglia. Le piaceva la sensazione del pennellino che si insinua tra le ciglia, un po’ come le stesse coccolando.
Un tocco di fard e un’energica spazzolata ai capelli ed era pronta ad uscire. Quella sera doveva essere perfetta, nel vero senso della parola…almeno il giorno del suo ventesimo compleanno. Aveva tanto atteso la maggiore età e soprattutto i tanto sospirati vent’anni. A diciotto si è un po’ più indipendenti, a venti lo si è del tutto. Si guardò soddisfatta. Chiuse i cassetti ed il beauty ed uscì dal bagno. Ad attenderla fuori dalla porta, Aliçe, con la macchina parcheggiata sul vialetto. Quando la vide, fece un fischio.
“E chi è questa figa qui?” ridacchiò, aprendole la portiera.
Lena sorrise compiaciuta. “Io!” rispose, salendo in macchina.
“Perfetto! Hai scelto uno dei migliori pub per la tua festa” continuò Aliçe, accendendo il motore.
“Eh si!” annuì Lena con foga “Ho sentito parlare bene di quel locale e ho pensato: ‘perché no? Praticamente un genio sono!’”
“Sé, come no! Dopo averti fatto vedere almeno un centinaio di volantini!”
“ E vabbè, comunque sia ho scelto quel locale” ribattè Lena. Si sfregò le mani, soddisfatta dalla scelta perfetta. Questa sera sarà una di quelle sere che non si dimentica tanto facilmente, ne era sicura. Un pensiero le trapassò la mente, fulmineo.
“Beh, Ali, sai che stanotte ho fatto un sogno…molto strano” disse poi, scostando con le dita una ciocca di capelli dal volto.
“Ah si? E cioè?” chiese incuriosita l’amica, mettendo la destra ed accennando un pezzo di ‘I can fly’.
Ci pensò un po’ su. “Niente, lascia stare, è troppo…strano…per raccontarlo.”
“Come vuoi!”
Lena posò la testa sul poggiatesta coperto da un’orrenda stoffaccia di poliestere a quadri blu e rossi. In effetti, quel sogno era molto particolare. Stavano tutti alla festa, al pub; era accerchiata da una miriade di carta colorata e dai suoi amici che le gridavano, cercando di farsi sentire sopra la musica letteralmente assordante: ‘tanti auguri Lena!’. Lei sorrideva, stordita dalla musica alta e dalla confusione. Le rimaneva un ultimo pacchetto da scartare. Lo prese. Era un pacchetto soffice, avvolto da una carta con disegni di…preservativi dappertutto. Rise. Non aveva tutta l’aria di essere qualcosa di serio. Lo scartò, aspettandosi cose come un tanga o un reggiseno o addirittura un pacchettino di condom, e rimase immobile, incredula di ciò che stringeva tra le mani. Un…grembiule azzurrino. E a quadri, per giunta! Ma chi poteva essere l’autore di questa…stupidata, si poteva definire così? Fissò un’altra volta il grembiule. Strizzò gli occhi. No, forse aveva visto male. Magari era una maglietta, no impossibile; troppo lunga. Allora un vestito; nah, aveva un taglio troppo orribile.
Davanti a lei, i suoi amici le sorridevano e la guardavano contenti, come se le avessero regalato una cosa normale, come un profumo o una collana. “Allora Lena, non ti piace?”
Lei li fissò, incapace di parlare, di cosa rispondere. Era davvero stupita da quel…regalo?
“Lena? Sei tra noi? Lena?”. Le facce spazientite dei suoi amici esigevano al più presto una risposta. Ma lei continuava nel suo silenzio, spostando lo sguardo dal grembiule a loro.
“Lena!” gridò Alice, scuotendola per una spalla con forza.
Lei sussultò per la reazione improvvisa. “Eh? Che c’è? E’ morto qualcuno?” chiese tutto d’un fiato.
“Macchè morto qualcuno, temevo lo fossi te; non parlavi più.”
“Eh? Ah no, stavo solo ripensando al sogno” mugolò per tutta risposta.
“Oh, e basta con ‘sto sogno. Non ci pensare più…guarda, siamo anche arrivate!” esclamò Aliçe entusiasta, sentendo già al musica provenire dall’ingresso. “Vedo già la macchina dell’Ale…”
Lena guardò fuori del finestrino. Non ci pensare, non ci pensare, non ci pensare…ma che sogno ho fatto? Pensò poi scoraggiata, incapace di scacciare dalla mente quel pensiero che la assillava continuamente. Ma aveva qualche significato? Mah. Scosse la testa. E’ solo un normalissimo sogno, sarà l’ansia pre – festa, la paura che ti regalino qualcosa che non sia del tuo gusto. Scesero dalla macchina ed entrarono nel locale, parlottando entusiaste tra di loro.
“Timo dai prendiamo ‘sto regalo che sennò non glielo diamo più” gridò Juri, pronunciando il tono di voce in modo che quest’ultimo potesse sentire. “Oddio” esclamò quello, poggiando con uno scatto il proprio boccale di birra sul tavolo. “E’ in macchina, vado a prenderlo…”Si alzò in fretta e sparì verso l’uscita.
Juri ghignò sottovoce. “Perfetto.” Con indifferenza si voltò verso David, che discuteva animamente con Jan sul genere di musica del locale. “Che dici, che ne varrà la pena?” sussurrò, in modo che Franky non potesse sentire, ma sembrava più occupato ad osservare il deejay sul palco rappare con i i dischi entusiasto. Chi non lo è, il giorno del proprio compleanno! Soprattutto se del ventunesimo…Il batterista riuscì a malapena a trattenere una piccola risata, a metà tra un grugnito ed un attacco di tosse, pensando alla faccia dell’amico quando scarterà il regalo. Franky per fortuna parve non farci caso, era troppo felice per dare retta a qualsiasi cosa in quel momento. Juri tossicchiò con finta indifferenza, facendo ondeggiare la birra dentro il boccale.
“Massi, avrò pur speso dieci euro per qualcosa” replicò il chitarrista di rimando, voltandosi. “E poi è cosi adatto a lui” aggiunse. Scoppiarono a ridere entrambe, stavolta non poterono non trattenersi.
“Ehi! Che c’avevete tanto da ridere, voi due?” Franky si voltò verso David, che prese a lisciarsi i capelli con fare frettoloso e indifferente e girandosi verso il palco, fingendo di interessarsi al discorso del presentatore, e Juri, che rimase a bocca aperta come uno stupido a metà risata. Si schiarì la voce. “Ma niente Franky, stavamo solo…parlando! Si, parlando…di…” disse annuendo con furia, cercando di sviare il discorso e pregò tra sé e sé che l’amico non sospettasse di nulla.
“Si si!”intervenne frettolosamente David “di…di…” Diede una leggera pacca alla costola di Juri. “E ora che cosa gli dico?” sussurrò in preda al panico.
“…di quanto siete stati cosi geniali, a portarmi in Italia per il mio compleanno!” esclamò il cantante, stendendo le braccia dietro la testa. Juri e David sospirarono sollevati, mentra Jan ridacchiava tappandosi la bocca con la mano.
“Ragazzi, scusate il ritardo” disse Timo trafelato, porgendo il pacchetto a Franky, che fra a minuti sarebbe esploso dalla contentezza, gli occhi azzurri come quelli di un piccolo a cui gli hanno appena regalato un giocattolo.“Mi stavano fottendo la macchina…” Risero. Tolse il berretto e le appoggiò sul tavolo. “comunque…tanti auguri a Ziegler! Ventun’anni di ignoranza!”Gli battè su una spalla con fare fraterno.
“Taci tu che non perdi mai l’occasione di scoparti una groupie”ridacchia Juri.
“Perché è un bravo ragazzo…” intonòDavid, ma venne interrotto da una voce annoiata, spenta.
“Taci, David” borbottò la voce. “Sarai anche un ottimo pianista e chitarrista ma nel campo vocale…beh, è meglio che lasci perdere.”
Si voltarono verso il giovane, che si guardava intorno con sufficienza.
“Ah! Linke, temevamo che fossi morto, non parlavi più…che ti succede? Apparte che sei sempre cosi” lo rimbrottò Timo.
Linke sbuffò, facendo alzare il ciuffo corvino che gli copriva l’occhio. “Ma perché sono venuto con voi. Ah, lo so. Perché sennò Frank si metteva a strillare come un bambino, perché vuole che ci siamo tutti, e sottolineo tutti, e io sono stato costretto a venire anche se odio l’Italia e tutti gli italiani” disse arrabbiato, alzando le braccia.
Gli amici sbarrarono gli occhi. Che caso disperato.
“E avete pure il coraggio di lamentarvi” sussurrò Linke con la voce strozzata.
Juri gli si avvicinò e gli diede una pacchetta amichevole. “Su dai, non fare cosi. Dopotutto, Franky è un nostro amico, quindi anche tuo, nonché cantante della band, quindi mi…ci sembra anche giusto che il bassista sia presente in un momento cosi…importante” fece spallucce guardandolo con aria di rimprovero.
Linke rimase in silenzio un attimo. Ma perché certe volte sono cosi chiuso ed egoista? Ma io lo sono sempre, no? Aprì la bocca per parlare, si stava per scusare, ma la richiuse subito. Non si sentiva in colpa. “Comunque io resto del parere che se fossi rimasto in Germania sarei stato molto più felice” ribattè.
“Dai dai, adesso ti farai due risate, guarda cosa gli abbiamo regalato a…” Jan indicò Franky, che era lì lì per bruciare dalla curiosità, con gli occhi brillanti ed un sorrisone a trentadue denti stampato in faccio. Sembra proprio un bambino, pensò il deejay con tenerezza; era davvero davvero felice per l’amico.
“Vai, scartalo pureeeee!” lo incitò David, battendo le mani a ritmo di musica.
Non c’era bisogno dirglielo, Franky aveva già scartato metà regalo con fare avido.
“Piano piano tesoro, che c’ho messo una vita ad incartarlo” disse Timo.
Franky buttò a terra la carta che avvolgeva il regalo e scoppiò in una fragorosa risata. Un bel grembiule con i colori della bandiera italiana con su scritto: ‘Potete baciare il cuoco.’
“Ragazzi!”
Esplosero, tutti tranne Linke ovviamente, che giocherellava distrattamente con un lembo della felpa Nike.
“Ragazzi” mugolò Franky tra le risate. “Ma perché cavolo…?” Indicò il regalo.
Ma perché ti si addice proprio!” rispose Juri ridendo.
“Evviva il cuoco!” esclamò Jan applaudendo. “Auguri al cuocoooo!”
“Auguri a meeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!” gridò Franky in preda all’estasi, alzando il boccale in aria e rischiando di accecare Timo.
“Adesso te lo metti e scendi in pista a ballare” propose David con malizia.
“Si, sfoggia le tue doti da ballerino supersexy!” ridacchiò il batterista., sorseggiando la propria birra.
Franky si aprì in una risata. Si infilò il grembiule e si diresse verso il centro pista. “Adesso vi faccio vedere io se mi vergogno!”urlò. Iniziò con dei movimenti del ventre degni di Prince. I Panik scoppiarono a ridere per l’ennesima volta. Juri si voltò verso Linke. Gli battè sulla spalla e disse: “Ma guardate Linke che muso lungo che ha…DAI CHRIS, FATTELA UNA RISATA!”
Per tutta risposta, Linke fece una smorfia e si alzò. “Bah, io vado a prendermi da bere, c’ho bisogno d’alcool” e si diresse verso il bancone.
“Vai vai Chris” ridacchiò Timo. Linke si girò e lo incenerì con un’occhiata di fuoco. Si alzarono anche gli altri per andare a ballare.
“No Ali, il prufumo della Sweet Years…ma io t’ammazzo” le buttò le braccia al collo, baciandola sulle guance. “Te l’ho già detto che t’adoro vero?” le sussurrò.
Aliçe rise. “Almeno un casino di volte. Su adesso andiamo, tutti a ballare!” La prese per mano e la trascinò al centro della pista.
I Fall Out Boy uscirono allegramente dagli innumerevoli impianti audio del locale. Lena buttò indietro la testa all’indietro, muovendo il corpo al ritmo di ‘This Ain’t a Scene, This i san Arm Race’. Con un movimento del capo veloce ma sensuale, tolse una ciocca che le ricopriva il volto, fresco da giovane ragazza ventenne. Alcuni ragazzi lì vicino le si avvicinarono per invitarla a ballare, ma lei non li badò; occupata com’era a danzare e a godersi la festa. Continuava a ballare, a divertirsi, a ridere, sotto gli sguardi di ragazze che invidiavano la sua disinvoltura, immersa in quel bagno di folla in delirio.
“Lenny, non ti ho mai vista cosi!” disse Aliçe, muovendo le braccia seguendo il ritmo della canzone.
“Cosa?” gridò Lena, muovendo il bacino.
“Ah…niente, continua a divertirti”le rispose sorridendo l’amica. Lei annuì e ritornò a ballare.
Linke si buttò con fare stanco su uno degli sgabelli. Prese il listino che stava sul bancone e lo sfogliò velocemente, come se lo stesse facendo tanto per fare. Lo gettò con sufficienza al proprio posto. “Una vodka liscia”disse in inglese.
“Mi scusi?”rispose la cameriera. “I don’t understand english very well…”
“Una vodka liscia” ripetè Linke con astio. Oh, ma quando mai gli italiani ci hanno capito qualcosa di inglese, pensò, mentre la cameriera intimorita dal tono di voce sparì da dietro il bancone. Sentì degli schiamazzi prevenire dalla pista da ballo. Franky, ancora con il grembiule addosso, ballava abbracciato a Juri e Jan e a David, mentre Timo, piegato in due dalle risate, li riprendeva con la videocamera. Abbozzò un sorriso. Quanto sono deficenti….ma sono i migliori.
“La sua vodka.”
“Grazie.” Prese il bicchiere e ne sorseggiò un po’. Mio Dio ma è leggerissima, pensò. Di questo passo ne dovrò ordinare tre… “Cameriera” chiamò. “Altre due, per favore…” Lei storse il naso, ma quanto beve questo ragazzo. Si vede lontano un miglio che è tedesco… “Arrivano subito.” Dopo un minuto la cameria tornò con le vodke fresche in mano. “Ecco.”
Alla terza vodka le luci del locale si fecero strane. Oh, ecco un po’ si ‘sano sballo’ pensò il ragazzo. Si voltò per vedere se i suoi amici erano ancora lì, e li vide impegnati a divertirsi come non mai. Cavolo, ma sono l’unico a non divertirmi in questo buco di locale? Sbattè il bicchiere sul bancone infastidito.
Linke si guardò attorno, per osservare meglio quello schifo di locale in cui era imprigionato…finchè vide lei, bellissima, disinvolta e sexy da morire…il ragazzo, come incantato, seguiva ogni suo movimento avidamente, come se qualcuno o qualcosa la volesse portare via. Per un attimo, le orecchie di Linke non sentirono più la musica…Tutto si fermò in quel momento,anche il tempo, mentre i suoi occhi scivolavano su di lei, ammirando le sue forme, bramando la sua pelle, all’apparenza così morbida e delicata…era cosi…bella…il ragazzo sentì un sussulto, non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. Chissà cosa pensava…chissà cosa avrebbe fatto se l’avesse stretta fra le sue braccia…Si alzò deciso ad andare da lei e farla sua. Accidenti quant’è fica…pensò imbambolato, continuando ad ammirarla da lontano. I suoi capelli, la sua pelle, il suo corpo, ogni suo movimento…le sue labbra, il labbro inferiore sensualmente arricciato, tutto di lei doveva appartenergli. Finalmente vicini, ora poteva ammirare meglio la sua bellezza. Lei continuava, scatenata, in quella folle danza. Le si avvicinò e le ballò vicino…il fianco della ragazza sfiorò il suo, i loro corpi si sfiorarono, un tocco delicato ma allo stesso tempo forte… Linke sussultò di nuovo, come mai quella ragazza lo eccitava cosi tanto? Non riusciva a starle lontano…come se qualche strana cosa gli impedisse di allontanarsi…e lei, lei sembrava…gradire quella situazione. Stavolta fu il corpo di Linke a sfiorare il suo fisico esile, non potè farne a meno. Alla fine si trovarono cosi vicini che i loro respiri si completavano…La fissò vogliosamente negli occhi, di un castano così intenso che quasi ci si perdette dentro. Le si avvicinò sempre di più…le sue labbra s’incresparono in un sorriso malizioso. Un movimento del bacino da parte della ragazza bastò per mandarlo in estasi…Linke non ce la fece più, doveva essere sua a qualsiasi costo. Lena scosse sensualmente i capelli, Linke la guardava avido. Si leccò le labbrà…la ragazzo notò questo so gesto e sorrise, un sorriso fresco e bellissimo. Le sue labbra…basta, lei era solo sua. La prese per le spalle in un moto di passione, l’appoggiò contro il muro e la baciò con foga…finalmente lo stava facendo…lo aveva desiderato sin dal primo momento, quando la vide in fondo alla sala…La sua lingua s’insinuava veloce tra la sua, usciva dalla bocca e le leccava il collo, l’orecchio…la ragazza sospirò, e ricambiò il bacio. Le loro bocche si muovevano sempre più velocemente. La scintilla era scattata per entrambi, ormai…La strinse di più al muro ed a sé, la desiderava,oh come la desiderava. Insinuò le mani anche sotto alla maglia e le accarezzò entrambe i fianchi, la pelle così fresca…continuò…con movimenti violenti, vogliosi, irruenti…le baciò ancora una volta il collo, facendo strisciare le labbra i su e in giù. La ragazza sospirò di nuovo…mi fa impazzire, la voglio…Dopo qualche istante lei si staccò. Linke le prese il viso tra le mani e le sussurrò, guardandola sempre negli occhi…”Sei bellissima.” Avvicinò il suo volto al suo, pronto a sfamare ancora la sua voglia su di lei…ma prima di riuscire a sfiorare le sue labbra, la ragazza si allontanò. Rimase impietrito. Perché è andata via? Pensò. Lei si voltò verso di lui, i suoi occhi svelavano piacere ma allo stesso tempo timidezza…scomparve tra la folla esultante.
Ora aspetto solo il vostro giudizio^^
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