Misery loves company..., -one shot-

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Aly The Strange
view post Posted on 11/4/2009, 14:26




Ho cominciato ieri sera buttando giù qualcosina, e oggi mi sono decisa a scriverlo al computer(data l'ispirazione improvvisa avevo cominciato a scrivere su un foglio :°D)

Timo si svegliò ancora una volta nel freddo della sua cella, sentiva il silenzio pervadere il corridoio, c’era una calma innaturale mentre lui era irrequieto, aveva fatto ancora lo stesso sogno.
Il giovane era incatenato alla barella con cinghie di cuoio, mentre una miriade di tubicini gli si insinuavano sotto la pelle, pronti a confluire il liquido mortale nelle vene pulsanti. Fissava il soffitto bianco della camera delle esecuzioni, poi un urlo che interrompeva il silenzio “Non uccidetelo!E’ innocente!” e si svegliava coperto di un velo di sudore freddo. Era in carcere da cinque anni, ed era stato trasferito da pochi mesi nel braccio della morte, in attesa dell’ultimo giorno. Un’ora e sei minuti all’esecuzione. La sua vita stava per finire, e la cosa lo faceva impazzire, sapeva che sarebbe morto con la verità chiusa tra le assi del letto, dove aveva riposto le innumerevoli lettere, in cui raccontava cosa era accaduto veramente la notte in cui tutto era finito. Ne ripescò una, quella che aveva scritto con particolare cura ai suoi amici.

Quando leggerete questa lettera io sarò già morto, uno dei tanti innocenti immolati sull’altare della giustizia, se veramente così si può chiamare. So chi è l’assassino, ma non rivelerò il nome, non voglio che la sua gloria sia infangata come la mia, meglio morire nella grande battaglia che in un giorno di pioggia. Ho già ripetuto questa storia milioni di volte, forse anche di più, eppure non mi hanno mai creduto. C’è stato qualcuno in questi venticinque anni che ha creduto veramente nelle mie parole? Forse solo una persona, l’unica persona che mi ha spinto ad andare avanti fino a quel giorno, David. Anche quella notte eravamo in casa e stavamo parlando di tutto e di niente, delle nostre vite, della nostra amicizia, ricordo le sue risate per ogni stupidaggine detta, aveva ancora un mezzo sorriso stampato in volto, quando qualcuno entrò in camera. Un uomo alto, con le spalle larghe e il volto coperto da una pesante sciarpa. Senza pensarci due volte sparò un colpo dritto verso di me e David fulmineo mi coprì per un’improvvisa follia, ricevendo il colpo al cuore. Poi l’uomo sparì. Non ricordo nulla di lui se non l’avambraccio sinistro, completamente tatuato, e vicino al polso un buddha. Neanche dopo essermi imbrattato le mani del suo sangue, e neanche dopo tutti i processi in cui ripetevano il suo nome designandolo come la vittima sono riuscito a realizzare che il mio migliore amico è morto. Tutti credono che sia stato io…Come avrei potuto uccidere il mio migliore amico?
Timo


Si asciugò di fretta le lacrime che rigavano il viso pallido. Si alzò e guardò al di fuori delle sbarre, l’orologio appeso alla parete grigia seguiva il suo interminabile percorso. Mancava poco più di mezz’ora. Si risedette sulla branda e si passò una mano sul volto, aspettando. Qualcosa interruppe il flusso dei suoi pensieri, e bloccò le sue angosce. La porta del corridoio si aprì facendo passare una guardia e una ragazza che avanzava a capo chino con passi leggeri. Senza una parola la guardia la fece entrare, richiudendo subito la porta a chiave e sparendo a passi rapidi.
Timo alzò gli occhi e vide la figurina in penombra, lunghi capelli di un intenso rosso fuoco le incorniciavano il volto bianco mettendo in risalto gli occhi neri.
“Siediti” le disse in un tono calmo, che sorprese anche se stesso. Da quanto non mostrava gentilezza verso qualcuno?
Lei si sedette sulla branda, accanto a lui, senza timore, con una sicurezza sorprendente, e infondeva a Timo una sorta di coraggio, facendolo sentire meno solo.
“Sei venuta a vedere il rapper sconfitto?”la sua era quasi un’affermazione.
“Non sei sconfitto, né dimenticato. Giù ci sono persone che aspettano il tuo ritorno, sono lì da giorni, alcuni addirittura da mesi. Sono qui per te, ci saranno fino all’ultimo secondo e quando il tuo corpo non avrà più consistenza ti ricorderanno, per sempre.”
Le parole della ragazza erano come balsamo per le ferite del suo cuore.
“Perché sei qui?” chiese il rapper fissandola.
“Volevo dire addio alla persona che ha scritto la colonna sonora della mia vita, in un certo senso mi sentivo di dover ricambiare ciò che hai fatto involontariamente per me” rispose lei guardando un punto oltre le sbarre.
“Come sei riuscita ad entrare?”
“Faccio la guida spirituale, dando un aiuto, o anche una parola di conforto. Sono la figura che avrei voluto avere al mio fianco nei momenti di bisogno. Giusto perché tu lo sappia, non credo che tu abbia ucciso il tuo migliore amico, è impossibile anche solo rivolgere un cattivo pensiero alla persona che amiamo di più.”
Tra loro cadde il silenzio. Rimasero a fissarsi, mentre l’orologio continuava imperterrito con il suo ticchettio.
Timo pensò a quella ragazza come un personaggio di una fiaba, che si sente alienata nella cruda realtà. Lei non apparteneva a quel mondo, e forse nemmeno lui, o meglio ne faceva parte finché qualcuno non l’aveva scosso con violenza svegliandolo.
Di nuovo passi lungo il corridoio, ma questa volta erano due guardie. Mancavano dieci minuti. Il cuore di Timo prese a martellare con più forza e un brivido lo percorse da capo a piedi.
“E’ ora.” Disse alla ragazza in un sussurro.
Calde lacrime le rigavano il volto mentre i poliziotti aprivano la porta. Timo la strinse a sé quasi per proteggerla dal mondo e mormorò più volte una sola parola: grazie.
Afferrarono il detenuto con forza, incatenando mani e piedi e lo trascinarono lungo il corridoio. La ragazza con lo sguardo appannato dalle lacrime vide la lettera e cominciò a leggerla, nello stesso momento in cui Timo entrava nella camera delle esecuzioni. Tutto era come nel sogno.
Il giovane era incatenato alla barella con cinghie di cuoio, mentre una miriade di tubicini gli si insinuavano sotto la pelle, pronti a confluire il liquido mortale nelle vene pulsanti. Fissava il soffitto bianco della stanza. Passi leggeri e affrettati risuonavano nel corridoio vuoto. Il medico premette il pulsante e aprì quei piccoli canali che conducevano morte. Il veleno stava entrando in circolazione quando la ragazza dai capelli rossi entrò urlando “Non uccidetelo! E’ innocente!” un sorriso si dipinse sul volto di Timo, mentre le forze lo abbandonavano e la Morte lo prendeva per mano, portandolo con sé.

Era da tempo che volevo scrivere una storia di questo genere.

Che ne pensate?
 
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{ SnowWhiteQueen~
view post Posted on 11/4/2009, 18:15




*O*
bellissima davvero!! finalmente qualcosa di diverso dalle solite Fan Fictions!!
mi piace molto, scritta bene...
Brava^^
 
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• ~ MorgenKaffee
view post Posted on 11/4/2009, 23:03




Bella si,
ma poverino che muore però ç.ç
 
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Aly The Strange
view post Posted on 12/4/2009, 08:37




*-* Grazie, davvero.
A metà storia avevo pensato di farla finire bene, però alla fine per Timo è finita bene comunque perché è riuscito a conoscere una persona che l'ha valorizzato per ciò che era davvero. [:

P.S: il titolo è una frase di When I'm Gone dei Simple Plan...
 
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3 replies since 11/4/2009, 14:26   84 views
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