Eccomi alla carica con il secondo capitolo! Spero vi piaccia!
Aly, se non hai preso la "Little miss sunshine" te la regalo io e al primo concerto italiano dei Panik te la metti!! xD ..ok, sto zitta .--.
2. Soci
Timo e Bess frequentavano la stessa università, un corso cinematografico molto rinomato nella città di Berlino. La mattina prendevano la metropolitana insieme –Bess rischiava sempre di sbagliare fermata-, seguivano le stesse lezioni e durante la pausa pranzo confrontavano gli appunti presi –Bess, per quanto numerasse i fogli sui quali annotava le lezioni, ogni tanto li perdeva subito dopo la lezione e non li trovava più. Per gli esami più duri si trovavano spesso per preparasi insieme, più per alleggerire il peso della prova che per paura di non sapere le materie, per tutto ciò che richiedeva una cinepresa avevano un vero e proprio fuoco sacro. Era stata proprio grazie a questa passione comune che erano diventati amici, tanti anni prima, mentre frequentavano ancora la scuola. Timo poi si prenotava negli stessi giorni di Bess per dare gli esami –la ragazza, benché munita di agenda, correva il pericolo di non presentarsi al richiamo perché non si ricordava mai di controllare gli impegni, e con gli appuntamenti era un disastro. Bess però aveva una manualità incredibile, conosceva ogni minimo componente di una macchina da ripresa o da scatto, se qualche attrezzo si guastava generalmente lei dava la possibilità di non richiedere l’assistenza tecnica poiché era in grado di ripararlo con i pezzi di ricambio giusti. Da una vita scambiava, barattava, comprava e vendeva pezzi, gingilli..mentre i ragazzi truccavano scassati motorini, lei si divertiva a modificare macchine fotografiche, registratori e videocamere.
Le lezioni erano finite, ma c’erano ancora esami da dare per la sessione estiva; i due non erano troppo interessati a prepararsi e avevano deciso di frequentare un breve corso di tecnologia dei montaggi video. Timo e Bess erano già molto competenti, ma si era presentata come una divertente occasione di apprendimento. I due insieme riuscivano a fare dei montaggi stupendi. Molti dei ricordi del loro gruppo di amici erano stati raccolti da loro con video bellissimi, Bess era anche molto brava a scattare fotografie in particolari situazioni di luci e movimenti. Questa era l’unica dimensione nella quale non litigavano, erano invece sempre d’accordo sul da farsi o costruttivi nelle proposte. “Lavoravano” insieme da diversi anni e per questo si erano dati il soprannome di “soci” e spesso si riferivano l’uno all’altra con questo nome:
“Socio, abbiamo un problema” disse al telefono Bess,
“Socia, noi non dovremmo avere mai dei problemi” rispose Timo,
“Lo so, ma c’è un imprevisto” continuò la ragazza,
“Ciò non è bene. Di che si tratta?” chiese lui prendendo un lungo respiro,
“Ho l’incarico di comprare il regalo di compleanno per la mia cuginetta Ella, ma sono un po’ indecisa..” spiegò lei.
“Quanti anni compie? E’ troppo grande per una Barbie?” chiese Timo mordicchiandosi un’unghia,
“Socio..Ella compirà tredici anni. Se mi paleso con una Barbie mi rincorrerà per tutta la festa usando la bambola coma arma impropria!” rispose scoraggiata la ragazza,
“Cosa ne dovrei sapere io?” incalzò lui,
“Hai una sorella!” ribatté Bess,
“Io ho una bestia, che non è la stessa cosa” puntualizzò il ragazzo,
“Timo..quanto sei inutile..” mormorò spazientita lei,
“Me ne sono accorto ieri..” alluse Timo; stava per iniziare una litigata. La ragazza però non capì..
“La famiglia vuole regalarle una macchina digitale. Mi aiuti a cercarne una, per favore?” domandò con rinnovata dolcezza Bess,
“Ok” rispose Timo. Solo dopo aver riagganciato si accorse di avere un lieve sorriso sulle labbra, “idiota” pensò.
Un buon negozio di articoli informatici si trovava in Liebknecht-Strasse, proprio di fronte alla Tv Tower, nella zona di Alexanderplatz, luogo di abituale incontro notturno tra i giovani. Lì i due si incontrarono alle 5:30, Bess era leggermente in ritardo, ma per lo meno non aveva sbagliato le fermate della metro. Timo si sorprese osservarla mentre lei gli stava andando incontro: la ragazza era davvero minuta nei suoi fieri centosessantatre centimetri di sola altezza, perché poi era irrimediabilmente piatta nelle forme; i suoi capelli però erano sempre perfettamente dritti, con il loro color castagna cadevano ordinati sulle ossute spalle. Quando le fu proprio sotto al naso ridacchiò, Bess indossava una canottiera grigia –con spalline- che mostrava un po’ delle spalline del reggiseno nero che doveva indossare. Il ragazzo non riusciva nemmeno ad immaginare che taglia potesse portare, le appariva così secca da non averne bisogno.
“Perché ridi?” domandò confusa la ragazza,
“No, niente scusa..” rispose sbrigativo lui, Bess fece spallucce poi prese Timo per una manica della sua magliettona e lo portò dentro al negozio. I due iniziarono a curiosare tra scaffali ed espositori, cercavano qualcosa di recente ma non troppo sofisticato, adatto ad una ragazzina ma capace di buone foto.
“Cosa ne pensi di questa?” disse Bess indicando una Canon ultimo modello rosa confetto, il ragazzo la guardò un po’ di traverso,
“Ha delle ottime specifiche, ma non è un po’ troppo..troppo..” diceva scuotendo le mani in cerca delle parole, l’amica lo guardava attentamente.
“Insomma, è orrenda così rosa!” concluse Timo, senza aver trovato grandi perifrasi per esprimersi.
“Magari c’è in altri colori..” disse Bess facendo spallucce,
“Poi è troppo delicata, una ragazzina non la tratterebbe con l’attenzione necessaria” cercò di riprendersi il ragazzo,
“Forse hai ragione socio” annuì la ragazza, lui tirò un sospiro di sollievo. Bess riprese la ricerca e controllò tra altri scaffali, quando voltandosi vide un modello che sembrava semplice e adatto alla cugina, si diresse a passo deciso verso la meta senza notare che dei bambini stavano giocando con delle X-box dotate di joystick con cavo. Era prossima ad inciamparci,
“Ehi!” cercò di avvisarla uno dei bambini, Timo si precipitò per cercare di non farla cadere. Sbum. Il ragazzo aveva evitato il peggio, ma i due avevano sbattuto contro degli scaffali, per fortuna non era accaduto nulla di grave. Un commesso si sporse un poco
“E’ successo qualcosa?” domandò,
“No no, scusi, sono inciampato tra i miei piedi!” rispose di fretta Timo. Scusa di merda pensò. Bess ridacchiò.
“Grazie Timo – sorrise- Senti, che ne dici di questa Kodak? Semplice, con delle specifiche niente male!” disse, il ragazzo approvò. Era necessario un commesso. Bess si guardò un po’ attorno,
“Ehi! Guarda Timo! C’è mio cugino Jan! -esclamò indicando un ragazzo di spalle- Voglio fargli un agguato!”; la ragazza si avvicinò quatta quatta all’obiettivo. Un passo. Due passi.
“Cugino!” squittì di soppiatto, Jan ebbe un sussulto, non si aspettava un attacco alle spalle, si voltò verso Bess e sorrise
“Cugina! Sei in missione per Ella?” domandò,
“Sì, le ho quasi preso il regalo!” rispose lei facendo l’occhiolino. Timo intanto si stava avvicinando ai due, Jan lo notò e mentre stava per aprire bocca per salutarlo..
“Ciao Bess!”, una terza voce si inserì; la ragazza riconobbe il timbro e si irrigidì, Timo poté osservare bene quella reazione.
“C-ciao Franky..” balbettò Bess abbassando lo sguardo, non si aspettava di incontrare Franky con il cugino ed era tesissima, sentiva le gote incandescenti. Non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi.
“Mi fa piacere vederti – iniziò Franky – Allora hai trovato il regalo per tua cugina?” domandò il ragazzo sinceramente interessato. Franky aveva dei dolcissimi occhi blu come l’oceano, Bess aveva paura di guardarli troppo perché temeva di perdersi e non riuscire più a parlare.
“Vorrei..vorrei regalarle una Kodak..” mugugnò Bess cercando di contenere l’imbarazzo, Franky le sorrise così teneramente che alla ragazza brillarono gli occhi e le si schiusero lievemente le labbra.
“Andiamo a prendere la Kodak allora!” esclamò Franky, Bess lo guardò confusa poi si riprese. I due si allontanarono. Timo osservò tutta la scena con il segno del disgusto sulle labbra e una profonda rabbia che bolliva nelle sue vene. Quel Franky era il solito belloccio tutto occhietti languidi e paroline dolci e Bess c’era cascata in pieno, una vera sprovveduta.
“Usciamo anche noi..” gli disse Jan, vedendo che la cugina e l’amico stavano già imboccando l’uscita.
L’aria delle sei era fresca e leggera, il sole aveva delle stupende tinte a pastello, la gente camminava, parlava, girava in bicicletta, Timo si sentiva a disagio.
“Andiamo a recuperare la macchina, Franky” disse Jan, era ora di congedarsi;
“Allora sei pronta per domani?” bisbigliò il ragazzo a Bess,
“Credo..sì!” squittì felice, anche lui sarebbe andato a vederla, la sola idea la riempiva di voglia di ballare.
“Benissimo! Allora a domani! Ciao Bess! Ciao Timo!” disse,
“Ciao ragazzi!” anche Jan salutò. Bess salutò con un cenno vago della mano, mentre i suoi occhi erano già partiti per altri mondi.
“Me ne vado..” disse diretto Timo, Bess si voltò verso di lui,
“Ah sì..grazie per avermi aiutato” disse lei sinceramente,
“Ringrazia il principe Frank, non me!” sbottò il ragazzo,
“Ma..sono uscita con te io..” replicò confusa Bess; Timo iniziò ad allontanarsi, non aveva voglia di litigare.
“Ci vediamo domani?” domandò lei,
“Dove?” ribatté non curante il ragazzo,
“Alla mia esibizione..mi piacerebbe tu facessi un filmato..” rispose timidamente Bess, Timo si voltò verso l’amica ed esplose
“Ma che cavolo vuoi da me?!” urlò,
“Cosa dici?” Bess sentiva le lacrime agli occhi,
“Che dico? Dico che mi fai sempre passare per lo scemo di turno!”.
“Chiedi a qualcun altro di fare le riprese!” e portò lo sguardo alla sua sinistra,
“Perché?” provò a chiedere lei,
“Perché non me ne importa nulla delle tua esibizione! Chiedi a Franky!” e se ne andò velocemente verso Unter den Linden, tra la folla. Bess lo guardò allontanarsi senza sapere cosa pensare, si sentiva tremendamente a disagio lì nel mezzo del marciapiede da sola. Prese un fazzoletto dalla borsa e se lo portò sulle guance, vi nascose le lacrime nere di eye-liner e matita.
..spero risulti più corto del primo! o.O