Noch Nicht Tot, ...dopo es kommt der tag

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Sam 221B
view post Posted on 12/10/2009, 22:59




Prefazione:
All’inizio dell’estate del 2009,sei ragazze,conosciute sul web,tutte fan di una band conosciuta chiamata “Panik”,vincono un viaggio che le porterà nella bellissima Germania,accompagnate da due guardie che accerteranno loro un viaggio sicuro. Ognuna di loro prova un forte sentimento per uno dei membri del gruppo,anche se, anche loro lo sanno,poche sono le speranze di conoscerli veramente, e non con un semplice meet & greet.
Domenica 7 giugno,le ragazze si ritrovano all’aeroporto di Malpensa,seguite a vista dalle loro guardie[...]

Iniziava così la bozza della trama dell’estate che aveva cambiato la vita di alcune di noi secondo la mia fantasia.
Così iniziava un’avventura che ci ha tenute unite, per un’estate che alla fine mi ha portato davvero delle bellissime sorprese. Riprendere in mano questa storia finita in tronco, a dir la verità, non mi è affatto facile, per questo vi chiedo scusa per il piccolo sbalzo temporale che dovrò effettuare, e farò di tutto per permettere una buona lettura anche a coloro che non hanno letto Es Kommt Der Tag (qualora ce ne fossero, non mi aspetto molto seguito XD)
Sono maturata io, è maturato il mio modo di scrivere e le mie idee. Persino i miei personaggi sono cambiati. Non saranno più solo le sei coppie di innamorati alle prese con una squilibrata ebbra di sete di vendetta, ma dovranno scontrarsi con problemi ben più gravi, psicologici e profondi.
Ed ora, per farvi un po’ d’ordine di partenza, inizio con lo spiegarvi pochi fatti accaduti nello sbalzo temporale, che riprenderò anche nella fan fiction ovviamente: le quattro coppie effettive che si erano create in quell’estate sono sciolte tutte (Timo-Kiara, Jan-Laura, Linke-Giò,) ad eccezion fatta di Juri e Lù che, con pazienza, sopportano il peso opprimente di questa situazione.
Dall’estate è passato un anno e voltati, siamo nell’ottobre 2010, e le ragazze hanno sempre più acquistato fama con il loro gruppo, entrando nel “giro” della popolarità e della musica professionale. Ovviamente hanno casa in Germania, dove registrano i loro CD, emigrate dall’Italia dopo una brutta situazione con la loro primissima casa discografica (questa parte me l’ha ispirata qualcuno…).
Per piacere a Juri e Lù, la casa non è niente di meno che ad Amburgo, dove i due possono stare insieme, ma “discograficamente” parlando, tra le etichette delle due band non scorre affatto buon sangue e “meno si frequentano meglio è”.
Una new entry speciale è data da un nuovo personaggio, una ragazza che sola soletta produce musica, nonché amica della band al femminile. Andrà a convivere con loro e le aiuterà spesso nei momenti critici, che si prevedono essere molti ed incessanti.

p.s.Lù, dì al pepè di non prendersela a male!
p.s. del p.s. Giò, sei te che mi hai convinta, se mi lanciano addosso pomodori marci li indirizzo a te.. E anche all’Ale già che ci sono che mi parla di omini neri ù__ù

Noch Nich Tot


Non ancora morti


Capitolo 1: Jeder -Tutti/Ognuno

[Lo scrittore italiano Alessandro Baricco disse: “Perché è così che ti frega la vita. Ti prende quando hai ancora l'anima addormentata e ti semina dentro un'immagine, o un odore, o un suono che poi non te lo togli più. E quella lì era la felicità. Lo scopri dopo, quando è troppo tardi." E una filosofia simile era davvero ciò che avrebbe perfettamente descritto la nostra situazione di quell’ottobre del 2010. Avevamo assaggiato la felicità, un anno prima, l’avevamo assaporata toccata, fatta nostra e catturata, ma come ogni cosa a questo mondo, nemmeno quella è perdurata.
Nell’estate 2009 io e le mie amiche avevamo visto i desideri realizzarsi piano piano. Furono i mesi del nostro debutto, seguiti da un quasi immediato successo. Eravamo piaciute al pubblico, e stavamo accrescendo la nostra fama ogni giorno che passava e, come non bastasse, nell’estate avevamo incontrato quelli che pensavamo le “anime gemelle”.
Ma com’è che ogni volta che la incontri questa se ne va? Io, Sam, non l’ho nemmeno mai avuta in realtà, ho aspettato, ho tentato di avvicinarmi, ma il ragazzo a cui mi rivolgevo riservava per me solo quelli che sembravano sguardi di gelo.
Le mie amiche però riuscirono a trovare quell’agognato amore, e lo persero.
I nostri amori erano i sei componenti di una band già celebre, e come non riuscire a spezzare il rapporto se non con conflitti tra etichette? Si iniziò a dire che la nostra fama era dovuta a loro, che ci aiutavano, che non era meritata, e le nostre etichette sembravano fomentare queste assurdità. E ci riuscirono nell’intento, eccome se ci riuscirono.
Laura lasciò Jan alla fine di settembre, la fine per Kiara e Timo non ritardò ancora molto. Chi durò di più furono Linke e Giò. Non avevo mai visto un amore così profondo. Ma riuscirono a spezzare anche loro, a marzo, si lasciarono. Lei non è mai tornata quella di una volta. Non le ho mai più visto un sorriso che potesse essere veramente definito tale. Tuttora a perdurare sono Juri e Lù. Sarà che sono i più maturi, i più forti, sarà che non sono così facili da far scaldare come gli altri, ma ancora durano, nonostante tutto.
Ed io? E Fla? Noi che ancora ci rodiamo lo stomaco, bruciate dall’interno da un amore che non è mai stato consumato?
Ma tutte, inevitabilmente, siamo rimaste scottate.
Non so cosa ora sia accaduto ai ragazzi, ma posso vedere chiaramente i cocci che queste relazioni si portano dietro su di noi, ridotte a stracci, ombre. Odio.
Ogni volta che li vediamo, sorridere, ogni volta che, abitando nella stessa città, ci capita sfortunatamente di vederli, come possiamo non odiarli? Sembrano così normali, così tranquilli… mentre noi siamo rimaste le tracce di quello che una volta eravamo.
Lo scrittore peruviano Sergio Bambarèn disse: “il tuo cuore è un gabbiano che vola libero nei cieli della vita. Lascialo andare senza paura e ti saprà condurre alla felicità."
Ma il gabbiano come può librarsi nel cielo quando è legato da pesanti catene?]

Il ragazzo prese la mano della ragazza e la portò sino alla hall del casinò. Il rumore assordante delle sloat machine andò via via scemando a mano a mano che si allontanavano dal cuore della festa. Arrivarono all’ascensore dove, quando le porte si chiusero, nascondendoli da occhi indiscreti, il ragazzo afferrò lei e la baciò con trasporto, infilandole le mani nei setosi capelli castani. Lei gli slacciò il bottone della giacca e gliela tolse con movimenti rapidi. La campanella dell’ascensore li avvisò dell’arrivo al piano.
Uscirono nel corridoio dal pavimento verde dollaro. Lui le prese la mano e la portò verso sinistra. Estrasse la chiave della camera dalla tasca e l’aprì con due mandate decise. Se la richiuse alle spalle lasciando cadere la chiave a terra, senza badarci. Lei lo trasse a sé e riprese a baciarlo, le labbra e le lingue fuse in un’armoniosa danza d’amore. Piano piano si diressero al letto matrimoniale dalle lenzuola rosse. La ragazza lo fece cadere sul letto. Andò a chiudere le tende, e accese una piccola luce sul comodino.
Lui stava per rialzarsi e trarla a sé ma lei lo bloccò mettendogli l’indice sulle labbra come per zittirlo.
-Aspetta- gli sussurrò all’orecchio con dolce voce suadente -Facciamo un gioco, tu mi togli una balza dalla gonna del mio vestito e io ti slaccio un bottone dalla camicia- propose. Lui la guardò con voglioso divertimento negli occhi di zaffiro.
Lei afferrò la sua cravatta e la sfilò di colpo, lanciandola via, poi gli si avvicinò ancheggiando con movimenti sensuali. Lui afferrò una balza di pizzo e la strappò. Lei slacciò un bottone, e lui di nuovo le strappò un’altra balza.
E così via finché le balze non finirono. Lui alzò un sopracciglio leccandosi le labbra. -Ho vinto- costatò. Lei sorrise maliziosa. Aprì la camicia di scatto facendo saltare gli ultimi due bottoni. Si mise sopra di lui e iniziò ad aprire la zip dei pantaloni. Lui le slacciò il corpetto e lo gettò di lato. Entrambi rimasero in intimo.
Lo baciò, infondendogli tutto l’amore che provava, tutta quella passione prorompente che sentiva di dover liberare in qualche modo, che troppo a lungo era stata sopita. Lui rispose con altrettanto trasporto, stringendola a sé, le baciò il collo liscio e pallido, salendo fin sotto al mento, e da lì risalì e sfiorò le sue labbra con dolcezza.
Non era solo una passione carnale, era qualcosa di più, qualcosa di straordinariamente forte, un legame indissolubile che non avrebbe mai potuto spezzarsi, l’unirsi di due lembi di un nastro perfettamente collimanti l’uno con l’altro, e quando liberi dai vestiti rimasero insieme nudi l’uno davanti all’altra non c’era né imbarazzo né titubanza nei loro movimenti, ma solo la dolcezza e la passione di un amore che avrebbe sgretolato qualsiasi ostacolo si fossero trovati davanti.


Giò si risvegliò si soprassalto, sconvolta dal rumore assordante e dalla forte emozione che l’avevano riportata alla realtà. La orrenda realtà. Si guardò attorno, sconvolta, era in uno stupido parchetto, e il rumore che l’aveva svegliata era quello della sirena della polizia che sfrecciava nella strada lì vicino, in corsa per assicurare alla giustizia chissà quale terribile malfattore. O forse solo un ladruncolo di dieci anni? O un drogato come lei? Deglutì. Era nascosta nei cespugli, stesa a terra sull’erba bagnata che le aveva sporcato la felpa, del cui cappuccio si era fatta maschera per coprirsi il volto nel caso qualcuno potesse in qualche modo passare di lì e vederla, nonostante fosse pressoché impossibile. Se l’era scelto bene il suo angolo nel parchetto.
Si alzò toccandosi la testa dolente, senti un dolore al braccio, strinse i senti per non urlare. Alzò la manica e imprecò. Quell’arnese era ancora infilato nell’incavo del suo gomito, e non era nemmeno vuoto. La prese e se la strappò di dosso, quando si bloccò di colpo, ritornando con la memoria a quel che prima aveva ricordato. Quel sogno che non era in realtà pura fantasia, ma il ricordo ben preciso di una sera di due estati prima, quando non conosceva altro che la felicità. Deglutì quando sentì che un grumo le stava bloccando la respirazione.
Giò prese l’ago tra le dita sottili, guardandolo con interesse e curiosità, come immersa in una riflessione profonda. Cosa sceglieva? Aveva la forza di tornare a casa e riemergere in quella che le sembrava sola una caricatura di vita, dopo che la vera vita le era stata fatta assaggiare e poi tolta brutalmente, strappata dalle sue braccia dalle tenaglie d’acciaio del destino beffardo, o si sarebbe abbandonata di nuovo ai ricordi, ripiombando nell’eco di quel desiderio perenne?
Sospirò con tristezza. Con un impeto di dolore che le salì dalle viscere, infilò l’ago nell’incavo del gomito, senza pensarci ancora, e riversò in vena ciò che era rimasto della sostanza stupefacente, stringendo i denti con una lacrima calda che sfuggì dai suoi occhi. Si lasciò andare sotto alle foglie dei cespugli, ritornando alla panetteria dove aveva visto quegli zaffiri per la prima volta.

-Certo che vi trattate male!-
La voce squillante della loro nuova inquilina sembrava risvegliare l’aria placida di quelle mura.
Era una giornata di ottobre tutto sommato calda, dove ancora si riusciva a portare delle camicette leggere senza sentire freddo, nonostante lo scadere del mese fosse piuttosto vicino.
L’appartamento era piuttosto ampio, posto su due piani, prendeva buona parte di questi, ed aveva ben tre camere “canoniche”da due persone l’una, più una per gli ospiti di cui avrebbe usufruito la nuova arrivata.
Aveva un bagno al piano terra e due al piano superiore.
Una cucina sempre al piano terra, un salotto, ed un balcone. Sopra una specie di ripostiglio dov’erano finite tutte le più improbabili cianfrusaglie dalla quali le ragazze non riuscivano a separarsi, e una stanza insonorizzata dove tenevano tutte le attrezzature e i vari strumenti per il lavoro.
In assoluto, una bella casa.
Sam fece strada alla nuova arrivata, aiutandola a portare di sopra i grossi bagagli più pianola.
-Immagino ce l’abbiate un pianoforte!- fece quella con gli occhi lustri di felicità.
-Sì Ale, abbiamo un pianoforte- le rispose la guida sghignazzando tra sé e sé.
Alexis era una coetanea di Sam, nonché amica di Giò. Le tre si conoscevano da un pezzo, e quando lei aveva iniziato a fare successo come musicista rock, quell’estate, le era stato proposto di entrare sotto l’etichetta della band, e di rimando di abitare con loro, perlomeno finché non avrebbe trovato una miglior abitazione. Aveva accettato immediatamente.
-Ma senti, dov’è la Giò, non l’ho vista, e nemmeno Lù- domandò incuriosita da quelle assenze.
Sam sbuffò -Giò esce sempre a quest’ora, Lù è fuori-
L’altra sorrise -Cavoli, non troppo precisa..-
Non rispose alla provocazione, e la accompagnò fino alla sua nuova camera. Era spaziosa, con un bell’armadio, un letto a mezza piazza, una libreria ed una scrivania, inoltre era già stato sistemato il piedistallo per la pianola.
Appoggiarono le borse a terra, senza badarci troppo, e scesero di nuovo al piano terra. Dalla porta stava giusto entrando Giò, incappucciata nella sua felpa blu notte, stava avviandosi verso le scale, per scappare in camera sua, quando venne stretta tra le braccia di Alexis inaspettatamente.
Si staccò solo dopo qualche minuto -Era ora che tornassi!- esclamò esaltata sorridendole a trentadue denti, esprimendo una felicità espansiva in modo strano da parte sua.
Giò, il volto oscurato, la guardò qualche istante, come non riconoscendola, poi sussultò -Dunque era oggi che venivi..- mormorò più a sé stessa che ad altri.
L’altra la guardò perplessa, annuendo piano.
Giò, lanciandole un’ultima occhiata stranita, la sorpassò e si diresse in camera, chiudendosi la porta alle spalle con un tonfo.
Alexis lanciò uno sguardo sconvolto a Sam, aprendo la bocca come per dire qualcosa, ma quella scosse il capo lentamente, dissuadendola a pronunciare qualsiasi parola.
In salotto, Fla e Laura stavano riguardando qualche accordo dell’ultima canzone che ancora mancava all’appello per completare l’album, che sarebbe dovuto uscire a metà novembre.
-No, non mi piace il si bemolle.. È flaccido- stava dissentendo Laura cancellando con una gomma su un foglio sgualcito.
-Ma che vuol dire che è flaccido, scusa?- ribatté piccata l’altra, strappandole il foglio di mano.
-In effetti non lo capisco nemmeno io-
Le due si voltarono, e si alzarono di scatto quando videro il sorriso che le salutava dalla porta del salotto.
-Sei arrivata!- esclamò Laura con un urlo di felicità, abbracciandola energicamente.
-Ma non te li tagli mai ‘sti cosi?- borbottò Fla tirandole la massa corvina di riccioli.
-Ahia! E giù le zampe!No che non li taglio, non sono mica come la Sam che da un giorno all’altro da lunghi fino al sedere se li rapa!- rispose Alexis massaggiandosi la testa.
La ragazza interpellata si fece passare una mano nella zazzera mogano. Li aveva tagliati da poco, e aveva deciso di fare un taglio drastico, un cambio totale, lasciando perplesse le sue amiche che, sino ad ora, erano le uniche a sapere di quella mossa azzardata, dato che non usciva di casa se non qualche volta di sera, e in quelle occasioni prestava ben attenzione a non farsi riconoscere da qualcuno.
Si arricciò il ciuffo lungo sull’indice, come un bambino -Tutta invidia- ribatté fingendosi superiore.
-Bah, non direi proprio. Kia e Lù?- sorvolò la riccia, guardandola fintamente male.
-Kiara è in bagno- fu la risposta che venne immediatamente seguita dal rumore dello sciacquone e dalla stessa ragazza che usciva dal bagno.
-Ehi!- salutò sorridente, abbracciando l’amica -Era ora che arrivassi- costatò tirandole un pugno affettuoso sul braccio.
-Ehggià, anche se siete tutte cambiate un sacco dall’ultima volta che vi ho viste, ad esempio, da quand’è che hai i capelli così chiari?-
-Uhm.. Due mesi ormai!- rispose ridendo -Comunque mi spiace abbandonarti nelle grinfie di questa marmaglia, ma devo uscire a far compere- disse avviandosi verso la poltrona dove aveva lasciato il cappellino di lana e la giacca di jeans.
Salutò tutte e uscì senza aggiungere altro.
-Uhm… arrivo io e se ne vanno tutti… ho le pustole e non me ne sono accorta?- domandò perplessa la nuova arrivata rivolgendosi alle altre. Quelle risero ma non risposero. Era per fare una sorpresa a lei che Lù e Kiara erano fuori, e di sicuro non sarebbe stata una idea geniale rivelarglielo candidamente.
Infatti ,in quello stesso istante, Lù stava tentando di farsi capire, sfoggiando il suo tedesco non molto avanzato, dal pasticcere da cui era andata per prendere i dolci per la piccola festicciola che stavano organizzando, ed era innegabile che si trovasse in una situazione piuttosto difficile.
-Nein! Acht auf.. cannolen.. Si dice così? No?Das, das! Ja!- si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo quando finalmente l’uomo comprese cosa voleva e iniziò a prendere i cannoli, che grazie al cielo erano l’ultima cosa che le serviva.
Pagò e prese la scatoletta infiocchettata di rosso, ed uscì in strada, soddisfatta di sé stessa. Fuori, si bloccò sul marciapiede e iniziò a guardarsi intorno, tra le macchine parcheggiate nella strada trafficata. Dopo qualche istante di ricerca, una strombazzata che ben conosceva la fece voltare a destra. Sorridendo si diresse verso una macchina grigia metallizzata e vi salì dalla parte del passeggero. Quando fu dentro si sporse verso il conducente e lo baciò.
-In orario come al solito- disse staccandosi gentilmente dalle sue labbra per potersi legare al sedile.
Guardò il ragazzo che le sorrideva. I capelli gli erano cresciuti parecchio, lisci come le setole di un pennello, dorati come il grano, gli sfioravano le spalle. I suoi occhi erano di un particolare nocciola, tendente quasi al ramato, che riflettevano lo smeraldo di quelli della ragazza.
-Dovrei farti aspettare?- domandò Juri mettendo in moto.
Lei sorrise -Assolutamente no- rispose lei allegramente -O ti pianto in asso e me ne vado con il primo bel tipo che capita- minacciò fingendo serietà.
-Non ne troveresti- fu la risposta sicura.
Lei lo guardò inarcando le sopracciglia -E perché?-
Lui ghignò -Li avrei eliminati prima ancora che potessero avvicinarsi a te-
L’altra rise divertita -Il mio personal terminetor-
-Piuttosto, com’è che ti sei fatta capire? Sono curioso-
-Facile per una mente brillante come me- si pavoneggiò Lù alzando la scatola contenente i dolcetti a mo di medaglia olimpica.
Lui la guardò con aperto scetticismo.
-E non fare quella faccia, che lo so parlare il tedesco. È bastato dire qualche cannolen o meringen, e mi hanno capita subito!- confessò infine.
-Oh certo..- parve interrompersi prima di aggiungere altro, si morse il labbro, trattenendo qualcosa tra i denti.
Lù, che oramai lo conosceva come le sue tasche, afferrò al volo che stava tacendole qualcosa, per timore di una sua reazione negativa, ma, per fortuna, non era ancora riuscito a mentirle una volta da che stavano insieme -Juju..- incominciò esortandolo.
-Lùlù..-
-Non chiamarmi Lùlù! Sembra la pubblicità delle scarpe-
Juri rise, l’aveva fatto apposta.
-Non cambiare argomento Juju, c’è qualcosa che vuoi dirmi?-
Si adombrò immediatamente, smettendo di ridere e rimanendo in silenzio, cupo.
-No, nulla- tentò.
-Juri Ibo Kaya..-
-Sì, va bene, ma non chiamarmi con tutti i nomi- la bloccò prima che finisse. Sbuffò -Mi chiedevo se non potessero venire anche gli altri, insomma, non sarebbe l’ora di sotterrare l’ascia?-
Se fosse stata Lù alla guida, in quel momento si sarebbero schiantati senza ombra di dubbio, tanto quella domanda l’aveva lasciata di stucco, come un pugno a pieno stomaco. Gli lanciò un’occhiata di sottecchi, valutando se era il caso di andarci giù pesante con gli insulti alla sua intelligenza, o di restare abbastanza soft. Si mise a fissare oltre il finestrino, osservando le case sfrecciare di fianco alla macchina. Moltissime vite di cui non avrebbe mai saputo niente. Era un pensiero che ogni tanto la frullava nella testa, come in realtà lei non conoscesse nessuno, come in realtà la maggior parte del mondo era un’entità a sé stante che non orbitava nel suo cerchio gravitazionale, e mai ci sarebbe orbitato. Sospirò, infondo gli altri orbitavano nella sua atmosfera, ed era giusto che perlomeno spiegasse un buon motivo per tenerli alla larga.
-Juri- incominciò seriamente -Ti sembra davvero possibile una cosa simile?- domandò.
-Dovrebbe esserlo- rispose lui con rabbia -Non è possibile che si continui a tenere in vita spettri di un passato ormai lontano-
La giovane annuì -Lo sai che la penso come te, ma non è ancora il momento, te lo posso dire per certo, specialmente per Giò. Rivederlo sarebbe come tagliarle definitivamente braccia e gambe, è ancora traumatizzata- sospirò malinconicamente -E poi temo che appena li vedrebbero inizierebbero a malmenarli. No, meglio evitare, e se non vuoi venire ti capisco- aggiunse accarezzandogli la guancia ruvida.
-Sì che voglio venire, è solo che mi piacerebbe vederci tutti uniti, come una volta, senza rancori o pensieri per la testa.. Come continueremo a convivere con questa situazione? Non ce la faccio più, da come ci comportiamo sembra che la nostra sia una relazione illegale, ed invece è dichiarata, e sotto gli occhi di tutti, tranne che dei nostri amici più stretti. Quanto vorrei ritornare a quei tempi.. Ma forse è meglio così-
Parcheggiarono sotto casa di lui, accingendosi ad entrare nella villetta, quando il cellulare di Lù squillò.

Kiara stava passeggiando per la strada come nulla fosse, aspettando che un negozio di elettronica le apparisse davanti agli occhi magicamente. Ma il sole stava iniziando ad abbassarsi, tingendo di quel caratteristico rosso-rosato le nuvole del cielo, affondando pian piano la città nelle tenebre. Iniziarono ad accendersi le prime luci nelle case, seguite immediatamente dai lampioni, illuminando quel che ancora si riusciva ad illuminare. Era arrivata dall’altra parte di Amburgo a piedi, senza neanche rendersene conto, e non voleva immaginare minimamente come sarebbe stato doverci tornare di nuovo. Inoltre l’aria era umida e nubi si troppo basse si stavano avvicinando sui palazzi.
Alzò il polso per controllare sull’orologio che ora fosse. Erano le sei di sera, ed entro le sette e mezza non sarebbe mai riuscita a tornare a casa, questo era sicuro. Mentre stava tentando di ingegnarsi per trovare la soluzione ai suoi problemi un tuono seguito dalle prime goccioline di pioggia aggravò la sua già penosa situazione. Andò sotto la tettoia di un bar, e compose il numero di Lù, se era ancora con Juri c’era una possibilità che potessero venire a recuperarla.
-Pronto?- rispose la voce squillante dell’amica.
-Ehi, Lù, sono Kiara, sei ancora in giro con Juri?- domandò speranzosa.
-No, siamo appena arrivati a casa sua, perché?-
Si lasciò sfuggire un’espressione di sconforto -Beh, è che sono vicino a Zara, hai presente? Dall’altra parte di Amburgo, e sono a piedi, Come non bastasse il buon dio ha deciso di mandare il diluvio universale proprio stasera-
Lù dall’altro lato del telefono stava rimuginando.
-Che succede?- le domandò Juri vedendola turbata.
Lei le spiegò la situazione in cui era finita la ragazza. Come prima, si morse il labbro per non dire ciò che gli era venuto in mente, ma Lù capì subito.
-A cosa pensi?- gli domandò.
L’altro tentennò, come solo in una tipologia di situazione faceva. La ragazza capì che si trattava della band al maschile solo lanciandogli un’occhiata.
-Insomma?- incalzò impaziente.
Dopo un ennesimo attimo di esitazione, rispose -C’è Timo nei paraggi-
Lù lo guardò in modo indecifrabile per qualche istante, senza spiccicare parola, tanto che dall’altra parte Kiara iniziò a chiamarla, pensando che fosse caduta la linea.
-Kiara ci sono, senti, c’è un amico di Juri nei paraggi, un certo Timothy, se vuoi ti facciamo venire a prendere da lui- le disse fingendo allegria.
L’altra esitò qualche istante. Il fatto che quel fantomatico amico avesse un nome così simile a quello della persona che non poteva vedere in televisione per più di due secondi senza farle alzare la pressione a mille dalla rabbia, le puzzava un po’, ma decise di fidarsi della sua amica, che sapeva benissimo come avrebbe reagito ad una comparsa del ragazzo, e non le avrebbe mai fatto uno scherzo del genere.
-Ve bene- accettò infine.
-Perfetto, ora lo chiamiamo, ci vediamo dopo- e riattaccò senza aggiungere altro.
Sospirando, Kiara si voltò, avviandosi verso la vetrina del negozio. Perlomeno avrebbe passato quei minuti di attesa lustrandosi un po’ gli occhi con la vista di bei vestiti. Stava per arrivare alla vetrina, quando andò a sbattere contro qualcuno. Era stata colpa sua, si era messa a fissare il vuoto davanti a sé, persa nei suoi pensieri, senza ricordarsi che non era l’unico essere umano che camminava da quelle parti
-Scusi- balbettò immediatamente raccogliendo il cellulare che le era caduto da terra.
Ma non fece in tempo e lo raccolse il ragazzo incappucciato con cui aveva avuto il frontale.
-Grazie- mormorò accingendo la mano per recuperare l’oggetto.
Il ragazzo la fissava dal cappuccio, senza muovere un muscolo.
Lei lo guardò qualche istante, poi iniziò ad innervosirsi -Ehm.. Il cellulare-
Quello parve riscuotersi, e glielo porse -Scusa, ho avuto un De’ja vu- si giustificò abbassandosi il cappuccio.
Kiara sentì un brivido d’emozione arrampicarsi sulla sua schiena, fino ad arrivarle al collo, mentre gli occhi scuri di cui tempo addietro si era innamorata la guardavano finalmente liberi dall’ombra della stoffa.
Deglutì, sconcertata. Aveva fatto male a fidarsi? O era un caso?
-Che ci fai qua?- gli domandò di slancio.
-Facevo un giro nei paraggi..- qualcosa richiamò la sua attenzione, e portò la mano alla tasca, da cui estrasse il suo cellulare.
-Juri?- disse rispondendo alla chiamata.
-Lù.. sì.. ehm.. È qua con me a dir la verità.. Certo, se vuole lei.. Okay, ciao- dopo l’incisa conversazione, che aveva risvegliato una certa irritazione in Kiara nei confronti dell’amica che le aveva tirato quel brutto tiro per chissà quale losco motivo, lui si rivolse alla ragazza leggermente imbarazzato.
-Mi hanno detto che ti serve uno strappo..- mormorò frettolosamente.
-Non penso sia una buona idea- rispose seccamente lei, iniziando a muovere qualche passo verso la fermata dell’autobus che c’era poco lontano da lì.
Lui la bloccò afferrandola per un braccio. Si pentì subito di averlo fatto, ancor prima che lo incenerisse con un’occhiataccia.
-Non voglio essere invadente, ma avrei la coscienza a posto se tu venissi con me, piuttosto che andandotene da sola con l’autobus- ammise infine.
Lei lo guardò qualche istante di sottecchi, come valutando se avesse un doppio fine nascosto nelle sue intenzioni apparentemente innocenti. Arrivando alla conclusione che non ci fosse nulla dietro, sospirò. -Va bene, alla fine sarebbe stupido non accettare-
Lo seguì alla macchina con non più vita di un condannato a morte che segue il boia alla forca. Non era la stessa di sempre, era diversa, non era quella con cui l’aveva portata in giro la prima notte che si erano conosciuti. Non quella che aveva guidato quando lui non ne aveva voglia o non stava bene. Non quella macchina che li aveva ospitati in quelle notti dove non volevano ritornare a casa, ma volevano rimanere da soli. Non quell’auto che era stata partecipe della loro storia. Voleva chiedergli perché l’aveva cambiata, e perché non gliel’aveva detto. Ma non lo fece. Perché non era importante che lei lo sapesse, non più. Perché ormai la macchina vecchia non c’era più, come non c’era più la loro storia.
Gli lanciò un’occhiata mentre si gettava nel traffico senza aggiungere una parola. Lo guardò un istante, avvertendo una dolorosa fitta al bassoventre. Si posò una mano dove avvertiva dolore, spostando lo sguardo alla strada oltre il vetro.
Ognuno di quelle persone aveva un problema. Tutti avevano dei dolori. Ognuna di quelle vite con cui non centrava nulla aveva dei problemi, delle difficoltà. Tutti li hanno.
Ognuno ha degli ostacoli, la forza, comprese, era saperli superare e lasciarseli alle spalle. Non era forse arrivato il suo momento? Stava per girarsi e tentare un approccio quando si bloccò.
Sì, ognuno aveva problemi. Ma quanti riuscivano a lasciarseli semplicemente alle spalle?
Tacque.



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De'ja Vu: perchè Timo e Kiara si erano incontrati per la prima volta in quello stesso modo.
 
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***LiNkE's MINE!***
view post Posted on 13/10/2009, 13:43




Sam, mia profeta!!
Ti ho già detto che adoro tutto ciò che scrivi e che sei un mito....è bellissimo questo capitolo!!!!!!!!!!!!!!!!! ma che dico bellissimo, UNICO!!! MERVAGLIOSO!!!!
SPOILER (click to view)
ahia. Lì sono decisamente messa no male di più. xDxD

Profeta ti adoro!! Aspetto presto il continuo =)
ancora una volta: bellissima!!!!! ^^
ps: Sam, sai che per me sei importante (cosi come l'Alexis) e io i pomodori me li prendo volentieri <3
 
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Sam 221B
view post Posted on 13/10/2009, 15:32




Grazie!! ^^
*...* non vedo l'ora di leggermi All the Time!!! =D
 
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***LiNkE's MINE!***
view post Posted on 13/10/2009, 16:02




<3<3
 
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Xxx*MaDy*xxX
view post Posted on 13/10/2009, 16:51




una parola: BELLISSIMAAAAAAAA!!!! :maduu:
...........complimenti!!
davvero brava..anzi BRAVISSIMAAAA!!!

 
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Franciuesca
view post Posted on 13/10/2009, 16:55




ooooooooh che bella. io non mi ricordo se commentai quella vecchia, ma mi ricordo che la lessi e che mi piacque. stessa cosa questa <3
 
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{ SnowWhiteQueen~
view post Posted on 13/10/2009, 18:03




CITAZIONE
Il ragazzo prese la mano della ragazza e la portò sino alla hall del casinò. Il rumore assordante delle sloat machine andò via via scemando a mano a mano che si allontanavano dal cuore della festa [...]

ahhhh gli omini neri che scopano XD
CITAZIONE
Con un impeto di dolore che le salì dalle viscere, infilò l’ago nell’incavo del gomito, senza pensarci ancora, e riversò in vena ciò che era rimasto della sostanza stupefacente, stringendo i denti con una lacrima calda che sfuggì dai suoi occhi. Si lasciò andare sotto alle foglie dei cespugli, ritornando alla panetteria dove aveva visto quegli zaffiri per la prima volta.

O_____O povera la mia giò!! sei una sadica u.u
CITAZIONE
Immagino ce l’abbiate un pianoforte!- fece quella con gli occhi lustri di felicità.
-Sì Ale, abbiamo un pianoforte- le rispose la guida sghignazzando tra sé e sé.
Alexis era una coetanea di Sam, nonché amica di Giò.

misteriosa *coff coff* nuova entrata...

ahhhhh *-* mi mancavi tu!! con le tue trovate geniali!!
eh no! non ti insulto nulla XD
tu sei genia e basta!
 
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Sam 221B
view post Posted on 13/10/2009, 21:52




CITAZIONE ({ SnowWhiteQueen~ @ 13/10/2009, 19:03)
CITAZIONE
Con un impeto di dolore che le salì dalle viscere, infilò l’ago nell’incavo del gomito, senza pensarci ancora, e riversò in vena ciò che era rimasto della sostanza stupefacente, stringendo i denti con una lacrima calda che sfuggì dai suoi occhi. Si lasciò andare sotto alle foglie dei cespugli, ritornando alla panetteria dove aveva visto quegli zaffiri per la prima volta.

O_____O povera la mia giò!! sei una sadica u.u

Lei e Linke mi ispiravano alcune scelte... tra cui la droga.. l'altra la sanno solo le persone... che possono vedere il mio messaggio personale in msn! XD
Ale, oltre che "misterioso" personaggio, sei la fonte delle perversioni ù__ù (gli omini neri.. bah ò.ò)

Comunque.. che dire? Grazie mille! Non me l'aspettavo =D Sono felice che vi sia piaciuta!
 
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***LiNkE's MINE!***
view post Posted on 14/10/2009, 11:21




QUOTE (Sam 221B @ 13/10/2009, 22:52)
QUOTE ({ SnowWhiteQueen~ @ 13/10/2009, 19:03)
O_____O povera la mia giò!! sei una sadica u.u

Lei e Linke mi ispiravano alcune scelte... tra cui la droga.. l'altra la sanno solo le persone... che possono vedere il mio messaggio personale in msn! XD
Ale, oltre che "misterioso" personaggio, sei la fonte delle perversioni ù__ù (gli omini neri.. bah ò.ò)

Comunque.. che dire? Grazie mille! Non me l'aspettavo =D Sono felice che vi sia piaciuta!

Me la vedo tragica, la mia Me nella ff O______O xDxD
Quoto L'Alexis (grazie per avermi difeso ù.ù) che sei una genia!!
Sei la mia profeta per niente ù.ù
Io e L'Ale siamo in adorazione *-*
<3
 
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Sam 221B
view post Posted on 14/10/2009, 20:42




eh, mo esagera! XD Comunque grazie mille ^^
Sìsì, sono un po' sadica... però dai, genialmente sadica XD
 
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***LiNkE's MINE!***
view post Posted on 15/10/2009, 13:22




QUOTE (Sam 221B @ 14/10/2009, 21:42)
eh, mo esagera! XD Comunque grazie mille ^^
Sìsì, sono un po' sadica... però dai, genialmente sadica XD

Più che genialmente sadica :deutschland:
 
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Sam 221B
view post Posted on 25/11/2009, 22:14




Ancora una volta, con mio infinito dispiacere, ve lo posso assicurare, mi vedo costretta a chiudere la fan fiction ma questa volta, se non avverrà una magica reunion, non penso che riaprirà più. Perchè non ho voglia di scrivere su qualcosa che ormai è aria, non ho voglia di sprecare creatività e tempo per qualcosa che ormai é perduto. Citando una persona che stimo "qualcosa che è andato perduto non ritorna più indietro". Non posterò neanche il secondo capitolo, poichè questo primo una autoconclusione sembra quasi avercela, mentre il secondo aprirebbe delle storie che mi da fastidio far aprire sapendo che poi non potrebbero essere percorse. Dunque lascio quest'opera, se così si può chiamare, all'inizio. Mi interrompo ancora una volta, anche se questa volta non è completamente mia la colpa.
Grazie per i commenti.
 
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11 replies since 12/10/2009, 22:59   292 views
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